«Pace a voi!»

«Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!
Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho»

“Io sono il pane della vita.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv. 6,51)

Galdino nacque a Milano alla fine dell’XI secolo o nei primi anni del XII; una data che ci viene indicata dalle cronache è quella del 1096.
Era un membro della famiglia della Sala, di rango della bassa nobiltà cittadina. Appoggiò fortemente la curia romana al momento dello scisma che avvenne nel 1159 dopo la morte del papa Adriano IV.
Papa Alessandro III era il candidato promosso dalla Santa Sede, mentre l’antipapa Vittore IV era sostenuto da Federico Barbarossa e dai suoi cardinali.
La Chiesa milanese sosteneva Alessandro III e Galdino stesso, come arcidiacono della cattedrale, prese posizione pubblicamente.
Federico Barbarossa assediò Milano e lo imprigionò per sei mesi.
Galdino incontrò quindi Alessandro III a Genova e lo seguì nei suoi viaggi. Quando Alessandro III tornò alla guida della Chiesa nel 1165, egli nominò Galdino cardinale di Santa Romana Chiesa e l’anno successivo arcivescovo di Milano.
Quando la Lega Lombarda espulse il Barbarossa dai confini milanesi, Galdino prese possesso ufficialmente della propria sede.
Il 18 aprile 1176, Galdino della Sala morì sul pulpito della chiesa di Santa Tecla a Milano, da dove stava terminando un sermone contro gli eretici Catari. Verrà nominato santo dallo stesso papa Alessandro III.
È sepolto nel Duomo di Milano, nell’altare della Madonna dell’Albero del Transetto sinistro.
È compatrono della città di Milano, insieme con San Carlo Borromeo e Sant’Ambrogio.
Di Galdino si ricorda l’impegno per l’opera di ricostruzione di Milano dopo la sua distruzione ad opera del Barbarossa e la sua attività a favore dei poveri, ricordata con l’epiteto di “pane di San Galdino” che era usato a Milano per il pane distribuito ai poveri e ai carcerati. Forse è per questo motivo che Alessandro Manzoni chiamerà Galdino il personaggio del frate questuante per i poveri nei Promessi Sposi.

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de “La Domenica”